mercoledì 30 gennaio 2013

2007



Non offenderti se inizio a pensare a te, e continuo a pensare all'eventualità in cui possa perdere, uno ad uno, tutti gli esseri cui tengo di più. Non c'è giorno in cui io non ti pensi, ti ricordo e forse ciò che fa più male è avere tante piccole cose che mi fanno pensare a te. Ognuna delle persone della nostra famiglia ha ognuna qualcosa che avevi anche tu: il viso, il modo di dire la erre, lo sguardo profondamente triste. Ma avere una giovane copia di te come fratello, non è facile. Non è cambiato molto e siamo tutti comunque spaesati sempre più, persi senza renderci conto di ciò che alla fine ha veramente senso prima di peggiorare un pò di più l'umore degli altri. C'è qualcosa da cui ci facciamo inesorabilmente schiacciare, impareremo mai? Quante cose dobbiamo imparare, e quanto debole chiunque può essere in qualunque momento di fronte all'enorme forza del caso. Basta veramente nulla, o forse no, chissà.
E poi i ricordi, vividissimi, non aiutano. Passano gli anni e non ricordo cos'è successo ieri ma di quando c'eri tu ricordo tutto. Oggi mi sono ricordata di te perché ho pensando che sto diventando io più vecchia di te, ora. E mentre portavo fuori il cane, pensavo: "Chissà se mi vede e sente. Chissà se vorrebbe parlare con me e se prova a farlo, se può. Quando si è reso conto di cosa gli era successo? Come si è sentito? Ora sta bene ed è felice? Vive in un'altra persona in carne ed ossa? Magari è un bambino, un cane, un gatto, un pesce o un passero, un albero, un'ape. O forse è acqua del mare, di un lago fresco di montagna; oppure è una nuvola e piange ogni tanto sulle nostre teste. Magari ha paura di esser dimenticato, oppure ne avrebbe bisogno."