sabato 13 settembre 2008

PIOVE DI SABATO

E’ molto tardi e piove ancora alle ore 13. Uno di quei tempacci che non si vedono spesso e che ti fan pensare che sei fortunata a stare a casa, meglio ancora a letto.
Un paio di fulmini scoppiano vicino alla mia finestra ed il vento soffia fortissimo, ululando.
Non ho voglia di alzarmi ma so che mi farebbe bene dopo la nottata che ho passato a cazzeggiare in giro per Venezia.
Temporeggiando come sempre a letto, mi accorgo che sono sola in casa: ricordo che qualcuno mi ha parlato mentre dormivo ed io ho risposto con delle frasi ed un saluto.
Mi sono accorta che non avevo lenzuola, e l’unica cosa che mi copriva era un asciugamano.
Che bello quando da piccola andavo a dormire appena lavata, in pigiama nelle lenzuola profumate…

Mentre il tempo urla e piange squarciando i miei pensieri assonnati, immagino di essere un gatto fuori, rannicchiato, fradicio e tremante sotto un pergolato o addosso ad un muro, con la fame della strada da tener buona cercando di non muovermi per non sprecare le mie già deboli energie.
Ringrazio il cielo per aver trovato quel angolo più riparato dalla pioggia, tra le mura rosa del mio letto senza coperte, anche se mi sento zuppa e respiro a fatica per il vento che mi batte sulla faccia.
Ho fame e penso che ieri la mia caccia non ha prodotto risultati, e mi rannicchio di più nel letto, per schiacciare il mio stomaco vuoto che brontola.
Cosa mi manca? Vorrei una di quelle carezze che do ai gatti mentre dormono, quelle che pettinano il pelo e grattano la testa e la schiena, esser presa in braccio mentre dormo facendo le fusa.
Ritorno a pensare a M, quando stavamo insieme, ci svegliavamo a letto, ci abbracciavamo e poi si finiva sempre a far sesso al posto della colazione, perché passavamo là la mattina e poi era già ora di pranzo, e la pasta col telegiornale è la morte sua…
Ecco, oggi sarebbe stato il nostro anniversario.
Penso che l’unica cosa che potrebbe tirarmi un po’ su è un orgasmo, ma niente, non ne ho affatto voglia quando penso all’affetto che mi manca.
Mi è sempre stato insegnato a diffidare degli uomini, sempre: “vogliono solo quello, sono degli animali”, “tradiscono e fan finta di niente”, “ci provano con te e hanno la fidanzata o moglie e figli”.
Diciamo che i fatti mi hanno provato che è stato quasi sempre vero.
E’ proprio vero che è meglio star sola.
Ma l’ascolto e l’abbraccio di cui ho bisogno, quelli di una persona vicina, non ci sono, né ci sono mai stati, se non a tratti brevissimi come un battito di ciglia.